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Si allarga la produzione ecologica di energia termica nelle città. La geotermia, dopo decenni di stasi, sta conoscendo una stagione di rilancio nei nuovi sviluppi immobiliari. Trivellare in Italia può costare fino a un milione di euro per ogni chilometro di profondità del pozzo e c'è il rischio di trovare una risorsa inutilizzabile o insufficiente. Eppure costruttori e progettisti credono lo stesso in questa fonte rinnovabile, perché i vantaggi in bolletta sono elevati. Tre sono le finalità della geotermia (quella più diffusa, «a bassa entalpia») in ambito residenziale: il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda. Alcune sonde attingono dal serbatoio termico del sottosuolo (da 5 fino a 100 metri di profondità) e, nelle cantine dell'edificio, le pompe di calore alimentate da energia elettrica trattengono il caldo, lo trasformano e lo diffondono negli appartamenti. Rispetto alla sua naturale disponibilità in tutto il Paese e alle potenzialità di sfruttamento, la geotermia ancora non è così diffusa in Italia: il conto energia e il bonus del 55% per l'efficienza energetica finora hanno incentivato soprattutto altri interventi, come il fotovoltaico e la sostituzione di infissi e caldaie; gli iter autorizzativi per trivellare non sono conosciuti né omogenei (a volte basta il silenzio-assenso, alcuni enti locali chiedono una tassa una tantum per lo sfruttamento dell'energia, in altri casi serve l'autorizzazione dell'ente per la gestione delle acque sotterranee). E la difficoltà di trovare installatori qualificati ha favorito il solare termico. Ora finalmente è entrato in vigore il Conto termico, atteso per oltre un anno dagli operatori, che introduce un meccanismo di finanziamento specifico per il settore. Rispetto al bonus del 55% (che resterà in vita, salvo sorprese, fino al 30 giugno per poi scalare al 36%) non offre una detrazione fiscale ma – tramite il Gestore dei servizi energetici (Gse) – elargisce direttamente sul conto corrente un contributo in rate annuali uguali per 2 o 5 anni, a seconda del tipo di intervento (vedi Casa24 Plus del 17 gennaio). Anche grazie a questa novità, vivere in un edificio geotermico sarà sempre più frequente. Secondo l'ultimo rapporto sui comuni rinnovabili di Legambiente, già dal 2006 la crescita degli impianti è stata impressionante: si è passati dai cinque comuni toscani dove era una realtà già a inizio Novecento ai 334 impianti censiti a fine del 2012. Solo l'anno scorso le installazioni sono cresciute più del 37%, in particolare al Centro-Nord. In media l'investimento iniziale per realizzare un impianto geotermico è recuperabile in un lasso di tempo tra i 6 e i 10 anni, a seconda dell'impianto e degli incentivi ottenuti. Riscaldare una casa con la geotermia costa annualmente anche la metà rispetto a usare una caldaia a metano e l'integrazione con altre fonti rinnovabili (fotovoltaico o solare termico) può aiutare ad alimentare o integrare le pompe di calore: in questo caso i risparmi in bolletta arrivano fino al 70%, senza contare la riduzione dei gas inquinanti in atmosfera. Nel 2010, ad esempio, ad Asti sono stati installati due impianti geotermici a servizio di due palazzine in classe energetica A+ da 17 appartamenti ciascuna, con potenza termica di circa 140 kW totali e integrati con un impianto fotovoltaico e un sistema di recupero dell'acqua tramite serbatoio collocato nel sottotetto: il rientro dell'investimento è stato stimato in 5 anni, con un risparmio di 81 tonnellate di CO2 in atmosfera l'anno. Tweet Si allarga la produzione ecologica di energia termica nelle città. La geotermia, dopo decenni di stasi, sta conoscendo una stagione di rilancio nei nuovi sviluppi immobiliari. Trivellare in Italia può costare fino a un milione di euro per ogni chilometro di profondità del pozzo e c'è il rischio di trovare una risorsa inutilizzabile o insufficiente. Eppure costruttori e progettisti credono lo stesso in questa fonte rinnovabile, perché i vantaggi in bolletta sono elevati. Tre sono le finalità della geotermia (quella più diffusa, «a bassa entalpia») in ambito residenziale: il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda. Alcune sonde attingono dal serbatoio termico del sottosuolo (da 5 fino a 100 metri di profondità) e, nelle cantine dell'edificio, le pompe di calore alimentate da energia elettrica trattengono il caldo, lo trasformano e lo diffondono negli appartamenti. Rispetto alla sua naturale disponibilità in tutto il Paese e alle potenzialità di sfruttamento, la geotermia ancora non è così diffusa in Italia: il conto energia e il bonus del 55% per l'efficienza energetica finora hanno incentivato soprattutto altri interventi, come il fotovoltaico e la sostituzione di infissi e caldaie; gli iter autorizzativi per trivellare non sono conosciuti né omogenei (a volte basta il silenzio-assenso, alcuni enti locali chiedono una tassa una tantum per lo sfruttamento dell'energia, in altri casi serve l'autorizzazione dell'ente per la gestione delle acque sotterranee). E la difficoltà di trovare installatori qualificati ha favorito il solare termico. APPROFONDIMENTI In condominio a Milano il calore arriva da sotto i garage A Follonica la residenza rende 1.200 euro annui a famigliaOra finalmente è entrato in vigore il Conto termico, atteso per oltre un anno dagli operatori, che introduce un meccanismo di finanziamento specifico per il settore. Rispetto al bonus del 55% (che resterà in vita, salvo sorprese, fino al 30 giugno per poi scalare al 36%) non offre una detrazione fiscale ma – tramite il Gestore dei servizi energetici (Gse) – elargisce direttamente sul conto corrente un contributo in rate annuali uguali per 2 o 5 anni, a seconda del tipo di intervento (vedi Casa24 Plus del 17 gennaio). Anche grazie a questa novità, vivere in un edificio geotermico sarà sempre più frequente. Secondo l'ultimo rapporto sui comuni rinnovabili di Legambiente, già dal 2006 la crescita degli impianti è stata impressionante: si è passati dai cinque comuni toscani dove era una realtà già a inizio Novecento ai 334 impianti censiti a fine del 2012. Solo l'anno scorso le installazioni sono cresciute più del 37%, in particolare al Centro-Nord. In media l'investimento iniziale per realizzare un impianto geotermico è recuperabile in un lasso di tempo tra i 6 e i 10 anni, a seconda dell'impianto e degli incentivi ottenuti. Riscaldare una casa con la geotermia costa annualmente anche la metà rispetto a usare una caldaia a metano e l'integrazione con altre fonti rinnovabili (fotovoltaico o solare termico) può aiutare ad alimentare o integrare le pompe di calore: in questo caso i risparmi in bolletta arrivano fino al 70%, senza contare la riduzione dei gas inquinanti in atmosfera. Nel 2010, ad esempio, ad Asti sono stati installati due impianti geotermici a servizio di due palazzine in classe energetica A+ da 17 appartamenti ciascuna, con potenza termica di circa 140 kW totali e integrati con un impianto fotovoltaico e un sistema di recupero dell'acqua tramite serbatoio collocato nel sottotetto: il rientro dell'investimento è stato stimato in 5 anni, con un risparmio di 81 tonnellate di CO2 in atmosfera l'anno. A progettare nuove costruzioni residenziali, prevedendo l'accesso alla fonte geotermica, sono ormai tanti architetti. Lo ha fatto Mario Botta sfruttando l'acqua di falda, un tempo utilizzata per il famoso "Camparino", per le due torri da 9 e 13 piani a Sesto San Giovanni: volute da Moretti Real Estate e vendute per circa l'80% (in media a 4.000/4.200 euro al mq), le residenze sono dotate di pannelli radianti a pavimento alimentati da scambiatori di calore che d'estate garantiscono anche il raffrescamento degli interni, prelevando l'acqua di falda a 14°C. Anche il caratteristico Borgo Astori, riqualificato da Ediproject a Torre de' Roveri nella periferia collinare di Bergamo, offre 52 abitazioni alimentate da 24 sonde geotermiche, con un risparmio per gli inquilini tra il 20 e il 25% rispetto a un sistema tradizionale. Dalla villetta unifamiliare all'imponente riqualificazione urbana, si affida al calore della terra anche Citylife, il maxi-cantiere nell'ex polo fieristico di Milano: l'intero complesso attingerà dall'acqua di falda a 15°C. Prelevata da 13 pozzi «di emulgimento», verrà immagazzinata in un collettore (chiamato «condominio dell'acqua di falda») che servirà l'intero complesso residenziale, progettato da Zaha Hadid e Daniel Libeskind. Gli scambiatori di calore di ogni edificio alimenteranno gratuitamente i soffitti radianti degli appartamenti per il loro raffrescamento. Con l'integrazione delle pompe di calore, si potrà regolare la temperatura ma in questo caso i costi medi per famiglia non sono ancora stati stimati da Citylife. Una volta sfruttata dal punto di vista termico, l'acqua verrà stoccata e utilizzata per irrigare i balconi e il verde condominiale e per gli scarichi dei servizi igienici. IN BREVE Geotermia È una forma di energia che proviene dal calore della terra, in profondità. Sono 334 i Comuni che la utilizzano come fonte rinnovabile, per una potenza totale di 962,9 MW elettrici, 147,4 MW termici e 884,7 kW frigoriferi. Secondo il report Legambiente «Comuni Rinnovabili 2012», sono 7.986 i Comuni dove si trova almeno un impianto da fonte rinnovabile (erano 3.190 nel 2008) Bassa entalpia Quando le temperature sono inferiori ai 150° C si parla geotermia «a bassa entalpia»: in questo caso si utilizza la differenza e la costanza di temperatura del sottosuolo per regolare l'aria, tramite degli scambiatori di calore, e fornire energia termica agli edifici. Tre sono gli usi in ambito residenziale: il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda Alta entalpia La geotermia «ad alta entalpia» utilizza sonde che raggiungono temperature del sottosuolo superiori ai 150°C. In questi casi, tramite una turbina a vapore, è possibile produrre energia elettrica. A Larderello, in Toscana, nel 1904 fu inaugurato il primo grande impianto europeo. Ma i Comuni italiani che la utilizzano sono solo 11, di cui nove tra le provincie di Grosseto, Pisa e Siena Fonte: Casa24 Plus Scritto da Michela Finizio

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